Il Re ha abdicato

Redazione

Per ora, da appendere al chiodo c’è soltanto la corona, quella che sancì un legame folgorante, un vero colpo di fulmine tra lui e la tifoseria granata. Le scarpette, quelle, nonostante le 35 primavere restano ben piantate a terra per regalare altre prodezze ad altre platee. Forse Frosinone, forse Vicenza o Potenza, chissà. Un esilio dorato nel futuro di Re Artù, bomber che resta nella lista dei desideri di tanti fans ma esce dalla lista dei convocati per la gara di Coppa col Benevento. Qualcosa che suona come un addio, anzi lo è. Come i pronostici, anche i proverbi possono essere smentiti: c’è due senza tre, perchè la favola del Re di Salerno termina qui, dopo due stagioni e 34 gol in campionato; un contratto troppo oneroso sul groppone, ma anche diverse strategie disegnate da Brini ed Acri, ecco i motivi di un addio che è comunque amaro per chi resta e chi parte, ma soprattutto per i tifosi che lo avevano eletto a idolo della folla. La Salernitana fa il suo esordio e Di Napoli resta a casa, ad aspettare una telefonata, a preparare i bagagli per l’ennesima tappa di un giro d’Italia che dura da vent’anni.

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