La lotta tra la quantità e la qualità, eterna come quella tra il bene e il male. Se altrove hanno trovato il modo per unirle in un felice, e soprattutto ricchissimo, matrimonio dalle nostre parti i parametri restano ben distanti. Anche la stagione estiva che sta per essere cancellata dal controesodo finale è stata caratterizzata dal turismo “fagottaro” che non toglie e non mette al bilancio; turisti “fai da te” all’insegna del mordi e fuggi, in gran parte provenienti dall’hinterland napoletano, si sono riversati sulle spiagge nostrane, senza spendere un centesimo per mangiare o pernottare. Un giorno al mare e via di rientro a casa, tutto qui il movimento turistico nella maggioranza dei luoghi di villeggiatura nostrani, fatta eccezione per pochi eletti, ad esempio Positano, che sembra essere diventata tappa irrinunciabile soprattutto per tedeschi e francesi. I freni a mano al decollo definitivo del turismo – che resta vocazione e sogno ancora irrealizzato per il salernitano – sono sempre gli stessi: mancanza di infrastrutture e di strutture ricettive capaci di accogliere grossi flussi di turisti veri e propri, ovvero quelli disposti a fermarsi almeno per una settimana. Per quest’anno, non abbiamo cambiato: stessa spiaggia, stesso mare, stesse facce…
La carica dei fagottari
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