Anna Bisogno racconta in un breviario di cento pagine cinquant’anni di storia in televisione, sotto il duplice punto di vista dello storico e del giornalista, mestieri che l’autrice frequenta in una osmosi culturale che riesce a trasfondere anche nel libro presentato ieri a Palazzo Sant’Agostino. La storia in tv è una pubblicazione rigorosa dal punto di vista scientifico, documentata nei passaggi che ricostruiscono come il racconto della storia si sia evoluto in oltre mezzo secolo e come la stessa storia abbia assunto forme e grammatiche proprie del piccolo schermo. Ma il libro è anche un’importante punto di partenza per una riflessione sul futuro della cultura nella tv sempre meno generalista e sempre più tematica, sempre meno per tutti e sempre più di nicchia, dal punto di vista della sostenibilità economica. Per lo storico Guido Panico è difficile da pensare che i mezzi di comunicazione possano diventare essi stessi documento storico oltre che strumenti di divulgazione, mentre per il prof. Sergio Brancato è lo stesso linguaggio dei media, la loro capacità di arrivare ad un vasto pubblico ad aver sdoganato la storia, facendone un prodotto di successo anche in televisione. Franco Monteleone, artefice e studioso di tv, sottolinea la contaminazione tra racconto storico, documentario e fiction che dà forma a prodotti talvolta ottimi, talvolta discutibili, mentre l’ex presidente della Rai, Roberto Zaccaria, rimarca la differenza tra gli spazi ancora limitati seppur di qualità che la tv generalista dedica alla storia ed i canali tematici dei network a pagamento, riservati, però, a chi può permettersi abbonamenti da quasi cento euro al mese. All’autrice, infine, il compito di individuare le premesse del cambiamento in atto, che fa della storia un genere di successo accattivante e riconoscibile anche per il pubblico televisivo.
La storia in tv di Anna Bisogno
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