Ma che l’abbiamo preso a fare Ganci? Ma non dovevano arrivare Bucchi, Spinesi, perché Ganci? Questo non segna da due anni, non la butta dentro neanche a porta vuota… Frasi del genere sono state la colonna sonora dell’accoglienza riservata all’attaccante milanese al suo arrivo da tifosi ed anche da molti addetti ai lavori. Ebbene Massimo Ganci ci ha messo davvero poco a smentire e zittire critici e scettici. Inseritosi in punta di piedi in uno spogliatoio che, a gennaio, era abbastanza turbolento, l’ex di Bari e Cittadella ci ha messo poco a guadagnare posizioni nelle gerarchie tecniche. Il cambio in panchina, l’arrivo di Brini hanno segnato per lui il definitivo salto di qualità. Grazie alle sue caratteristiche, il 27enne ragazzo cresciuto nel Monza ed affermatosi nel Treviso, è diventato addirittura insostituibile. Centravanti, seconda punta, esterno da tridente o nel centrocampo a quattro, Ganci ha dimostrato che con impegno ed abnegazione può dare tanto a questa Salernitana, che ha bisogno di giocatori come lui, pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, a percorrere chilometri su chilometri in una partita, a dare molto più del 100 per cento per raggiungere la salvezza. 14 presenze ed una sola rete col Cittadella in avvio di stagione, 15 gettoni e 2 gol, il primo per sbloccare la sfida con l’Albinoleffe, il secondo con una zuccata per diventare l’uomo derby e conquistare anche gli onori della cronaca. Non avrà segnato da metà campo come Merino, ma ha dimostrato di poter offrire un contributo importante alla causa granata. E ora Ganci non vuole più fermarsi.
Ganci, da gregario ad insostituibile
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