La prima volta del centrodestra

Redazione

Quella del centrodestra è una vittoria limpida, netta, senza precedenti. Edmondo Cirielli diventa presidente della Provincia di Salerno alla guida di una coalizione che ha prevalso non solo per il vento in poppa soffiato dalle Europee e da Berlusconi, ma perché è risultata più solida dello schieramento di centrosinistra vincente per vocazione e grazia ricevuta da quindici anni a questa parte, ma oggi diviso, lacerato ed egoista come non lo è mai stato finora. Cirielli è atteso da una sfida non facile: porta sulle spalle la responsabilità della prima volta, si misurerà insieme al centrodestra nella sfida quotidiana del buon governo, è atteso alla prova dei fatti dell’amministrare secondo le ambizioni ed i principi sostenuti nell’ultimo quindicennio di opposizione all’ombra del centrosinistra dominante. Da questo punto di vista il centrodestra non ha più alibi e non può non tener conto dell’apporto decisivo di Ucd, Mpa e Udeur, alleatisi in corso d’opera ma fondamentali per la vittoria finale. Il PdL, invece, ha ottenuto un buon risultato ma pareggia con il Pd, al cui interno è già cominciata la resa dei conti. E’ opinione diffusa, in queste ore, che il Partito Democratico debba fare un bagno di umiltà, individuare i responsabili della sconfitta, tagliare i rami secchi, punire il disimpegno di chi ha lasciato solo Villani, mettendo ostacoli perfino nella fase di composizione delle liste. A Salerno città il presidente uscente ha prevalso, ma non di molto, a dimostrazione che il centrosinistra non ha un’identità ed uomini forti, salvo rare eccezioni e salvo l’effetto trascinante del consenso per il sindaco De Luca, il cui apporto (come da lui stesso ammesso in campagna elettorale) da solo non può bastare. A punire Villani è stato il territorio, la provincia che era il suo punto di forza: l’agro nocerino, ad esempio, dove Cirielli ha fatto il pieno intercettando il disagio di chi non si sente rappresentato dalle sinistre o dagli attuali assetti del Partito Democratico. Gli elettori hanno scelto il cambiamento: l’augurio è che gli interpreti siano quelli giusti.

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