La Guardia di Finanza intende chiudere il cerchio entro questa settimana, per fare piena luce sul presunto giro d’affari che avrebbe trasformato la reindustrializzazione della zona di Fosso Imperatore in una miniera d’oro per imprenditori e professionisti che avrebbero frodato allo Stato 50 milioni di finanziamenti pubblici. I pm Lenza e Cacciapuoti della Procura di Nocera stanno ascoltando le quattro persone finite agli arresti domiciliari e gli indagati a vario titolo protagonisti del sodalizio che avrebbe munto le casse dello Stato per finti investimenti industriali nell’area ex Mcm di Nocera Inferiore, mancando di proposito l’obiettivo delle 300 assunzioni ed organizzando una truffa attraverso la falsificazione di documenti contabili, l’aumento fittizio di capitali, l’emissione di fatture alterate con l’appoggio di aziende compiacenti. Dopo le quattro misure domiciliari e la pioggia di interdizioni dalle attività imprenditoriali e di sequestri di aziende nell’area di Fosso Imperatore, non è da escludere che i magistrati titolari delle indagini svolte nell’arco degli ultimi tre anni possano richiedere altre misure cautelari ed altri sequestri, sulla base degli elementi raccolti nel corso degli interrogatori e dei riscontri effettuati anche in queste ore dalla Guardia di Finanza. Da chiarire c’è soprattutto il ruolo dei diversi soggetti coinvolti nel programma di insediamento industriale nei lotti di Fosso Imperatore; c’è da capire fino a che punto il meccanismo truffaldino ipotizzato dagli inquirenti sia penetrato nelle logiche della Salerno Sviluppo, creata con l’obiettivo di far nascere imprese e posti di lavoro ed utilizzata, a quanto pare, solo per sottrarre soldi allo Stato e all’Unione Europea.
Fosso Imperatore: novità in vista
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