La giustizia è solenne, ma per essere tale dovrà pur essere certa e credibile. Ed in piena crisi di legittimità per la montagna di processi arretrati ed uno scontro tra Procure che la messo alla berlina le nostre toghe appare quasi inopportuna una cerimonia che conserva la solennità ed il rispetto dovuti alla magistratura, ma che appare barocca e soprattutto poco utile alla causa di una giustizia riconoscibile come tale da parte dei cittadini. L’inaugurazione dell’anno giudiziario dovrebbe avere un valore altamente simbolico per la comunità entro la quale i magistrati amministrano la giustizia, non dovrebbe limitarsi alla contabilità dei processi pendenti (sempre troppi e nell’ordine di molte migliaia), né restringersi al campo dei soli giudici (visto che gli avvocati disconoscono da anni il valore della cerimonia). Insomma, l’immagine che un evento come l’inaugurazione dell’anno giudiziario regala di sé all’esterno è quella di una cosa che non appartiene a tutti, autoreferenziale, paludata ed eternamente polemica, un anno perché il governo in carica minaccia l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati, un anno perché gli avvocati sono in sciopero, un anno perché è in atto uno scontro tra toghe senza precedenti. Il senso della realtà e l’esigenza di mostrare il polso di una giustizia autorevole suggerirebbero una cerimonia alternativa, semplice, accessibile e funzionale allo scopo di sempre: far rispettare la legge che è uguale per tutti.
Anno giudiziario: cerimonia inutile?
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