Nel mare magnum del malaffare si aggiravano ormai da tempo le donne-squalo: ben 25 le vittime finite nelle loro fauci, fino a quando non è calata la tela sull’operazione Loan Sharks women che ha sbaragliato 9 persone, in pratica un intero nucleo familiare, dedito all’usura ed all’estorsione. L’accusa, per Sabato Moccia, Raffaele Porpora, Gerardina Nastro, Marianeve Moccia, Anna Moccia, Maria Cerrato, Elvira De Maio, Lucia Moccia e Rosa Monaco è pesante come un macigno: associazione per delinquere. Nove ordinanze di custodia cautelare emesse, sei in carcere e tre ai domiciliari, al termine dell’operazione portata avanti fin dal dicembre del 2007 dai Carabinieri della Tenenza di Scafati su ordine del Tribunale di Nocera Inferiore. La famiglia Moccia aveva messo in atto una vera e propria organizzazione nella quale ogni membro aveva un ruolo preciso: Sabato Moccia e Rosa Monaco, marito e moglie, procacciavano le vittime e le figlie gestivano direttamente i rapporti con gli usurati e passavano alla riscossione, con tassi d’interesse fino al 490% annui per un giro d’affari complessivo ammontante in circa 200mila euro. A collaborare con i Moccia e con le aggressive figlie – da tutti conosciute come “le cipollare”, altri soggetti che non esitavano a minacciare e intimorire le vittime, tra le quali un uomo fortemente indebitatosi per poter sostenere le spese sanitarie successive ad un intervento chirurgico subito dalla moglie, ammalata di cancro.
Le donne squalo finiscono nella rete
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