Guardando il campionato dal basso in alto, ci si accorge che il torneo è ancora molto lungo, per cui è ancora troppo presto per alzare bandiera bianca. In questo momento, uno dei peggiori della storia recente, l’ideale sarebbe issare bandiera granata. Ma il termine “ricompattamento” è utopia, dunque basterebbe rimettere insieme i cocci. Per farlo Lombardi è disposto a tutto. Il patron granata conosce bene l’importanza della categoria ed è pronto a fare di tutto pur di salvare la B. Per farlo, però, c’è bisogno di unità di intenti e di persone che remino tutte dalla stessa parte. I chiarimenti del dopo partita servono a poco, quello che serve è una assunzione di responsabilità da parte di tutti, in primis i calciatori. L’allontanamento del preparatore atletico è probabilmente l’ultimo alibi o uno degli ultimi accampato dalla squadra. La società sembra pronta ad un giro di vite importante per raddrizzare la situazione. L’intenzione della società è quella di tenere sulla corda gli uomini di Castori per evitare ulteriori cali di tensioni ed assistere a prestazioni inconcludenti come quella di sabato scorso con il Piacenza. Basta dispensare punti a destra ed a manca, basta farsi battere in viaggio e a domicilio basta con questo eccessivo protezionismo del gruppo messo in campo continuamente da Fabiani. Se oggi la Salernitana sembra ostaggio dei calciatori è anche perché nella gestione del gruppo e non soltanto sul piano del mercato Fabiani ha commesso non pochi errori. Fin dall’inizio Fabiani è sembrato troppo legato ai calciatori giustificandoli e tutelandoli oltre misura sempre e comunque finendo con il depotenziare allenatori e preparatori atletici, conferendo in maniera indiretta, un potere spropositato alla squadra che ora può permettersi il bello ed il cattivo tempo anche perché alla fine, in campo, ci vanno sempre e solo loro. Ecco perché bisogna cambiare atteggiamento, ecco perché urge una scossa, una persona in grado di ridimensionare gli atleti facendo capire loro che in campo va chi merita. La società rappresenta una città. E, nel rispetto di una città che non vuole retrocedere, deve provare a salvarsi con chi veramente merita di indossare la maglia granata. I calciatori sono pagati per giocare non per passeggiare in mezzo al campo o starsene comodamente seduti fuori dalla mischia perché protetti e tutelati dal Direttore Fabiani.
Salernitana: sono finiti gli alibi per tutti
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