Il testamento biologico o testamento di vita (dall’inglese “living will”) è un documento con il quale la persona affida al medico indicazioni anticipate sui trattamenti sanitari che si è disposti a ricevere o a cui si vuole rinunciare nel caso in cui un incidente grave o una malattia rendano impossibile manifestare la propria volontà. Finora è stato argomento di dibattito etico e bioetica. Finora, perché da oggi, grazie al convegno organizzato dal dipartimento di Diritto dei Rapporti Civili ed Economici nei Sistemi Giuridici Contemporanei dell’Università di Salerno ed intitolato Il testamento biologico – il diritto tra la vita e la morte è diventato tema di riflessioni giuridiche, dottrinali e giurisprudenziali che troppo spesso sono configgenti. In tale quadro il legislatore rischia di essere ora troppo indeciso, ora frettoloso e di parte; il giudice è tentato di ricoprire ruoli di supplenza e la dottrina è spesso alla rincorsa di una legislazione ‘alluvionale’ o di una giurisprudenza non sempre coerente, abdicando al ruolo di Auctoritas orientativa. Della contaminazione dell’attività di ricerca con l’attualità più stringente alla ricerca delle soluzioni più condivise hanno parlato tra gli altri, coordinati dal professor Rino Sica, organizzatore del convegno, il Consigliere di Cassazione Pasquale Fimiani, Consigliere di Cassazione, il professore Stanzione, l’on. Marco Malgaro, tra i relatori del disegno di legge sul testamento biologico, e il ministro per l’Attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi.
Testamento biologico: dottrina, giurisprudenza e legislazione a confronto
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