Hanno fatto scena muta davanti al gip Indinnimeo gli indagati ritenuti appartenenti al gruppo capeggiato da Giuseppe Stellato, alias Papacchione, nel corso dei primi interrogatori di garanzia in carcere ieri mattina. Non è emerso nulla di nuovo sulla droga, le armi, le estorsioni, al centro dell'inchiesta della DDA e dei Carabinieri su fatti commessi a partire dal 2019. Nessun dettaglio è arrivato dallo stesso Giuseppe Stellato, dal figlio Domenico, né tantomeno dall'avvocato salernitano che avrebbe avuto un ruolo chiave all'interno del gruppo criminale messo in piedi da Papacchione.
L'udienza di ieri era successiva al blitz scattato giovedì scorso con i provvedimenti a carico di 38 persone, 14 delle quali sono finite in carcere, altre 21 ai domiciliari, mentre per altre tre c'è l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono indagati, a vario titolo, per reati di estorsione e lesioni personali, porto e detenzione di armi in luogo pubblico, concorso in spaccio di sostanze stupefacenti, indebita percezione di erogazioni pubbliche, ricettazione, riciclaggio, truffa. Tutto ruota attorno alla figura di Giuseppe Stellato che, secondo l'accusa, stava cercando di assumere un ruolo predominante del tessuto criminale cittadino, mettendo in piedi un gruppo in grado di controllare l'intera zona orientale. Nel corso dei primi interrogatori di garanzia, gli Stellato ed altri indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Alcuni difensori hanno già presentato istanza di riesame, chiedendo una misura cautelare più attenuata.