Tutto in trenta minuti: Giuseppe Buono, 41 anni, reo confesso dell'omicidio di Maria Grazia Martino e del ferimento della sorella Adele, sabato scorso, avrebbe agito da solo ed in poco tempo. Dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti, anche con l'ausilio dei filmati delle telecamere, l'uomo si era introdotto nell'abitazione dei Martino alle 13 per poi uscirne alle 13.30.
Aveva in mente di rubare alle due anziane sorelle, presso cui aveva prestato servizio in passato come badante, gli introiti dei canoni di locazione che riscuotevano e custodivano in casa: 3400 euro. Probabilmente non era a conoscenza di un'altra somma di denaro ben più consistente, 380mila euro, nascosti nella camera del fratello costretto a letto, Isidoro che, invece, Buono aveva provveduto a chiudere a chiave dall'esterno prima di agire. In casa della famiglia Martino si sarebbe introdotto scavalcando il muro sul retro, entrando quindi da via dei Carrari e non da via San Leonardo.
Sarebbe subito salito al piano superiore per impossessarsi dei soldi ma successivamente sarebbe stato scoperto dalle due anziane donne. Le avrebbe colpite con un bastone di ferro, di cui poi si è disfatto, gettandolo in un cassonetto di via Laspro, durante la fuga. Quella che poi è diventata l'arma del delitto, però, ancora non è stata trovata. Le due donne sono state poi rinvenute la domenica mattina dalla nipote: per Maria Grazia non c'era più nulla da fare, Adele era a terra agonizzante. In poco tempo, gli agenti della squadra Mobile diretti dal vicequestore Di Palma hanno chiuso il cerchio e le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno. Ora Buono dovrà rispondere di rapina impropria, omicidio premeditato e tentato omicidio.