Da gennaio a settembre 2022 sono stati 574 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 216 quelli in itinere e gli stranieri hanno un rischio di infortunio mortale doppio rispetto agli italiani. Nella settimana europea della sicurezza sul lavoro l’Osservatorio Vega lancia l’allarme: “La media mensile della mortalità che cresce è un elemento purtroppo significativo per descrivere un’emergenza che non conosce fine in questo paese”. E infatti, sebbene le statistiche ufficiali facciano rilevare 120 vittime in meno rispetto a settembre 2021, gli esperti dell’osservatorio mestrino spiegano come la flessione continui ad essere contaminata dalle numerose morti per covid che avevano amplificato il numero dei decessi sul lavoro del 2021. Intanto a raccontare la drammaticità della situazione ci sono anche le denunce di infortunio complessive (mortali e non): + 35% rispetto a settembre 2021. La sanità è ancora il settore più colpito, seguito da attività manifatturiere e trasporti. La Campania si colloca nella fascia arancione, che segue quella rossa, in cui si registra un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale. La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni. Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 73,8 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 20,8 infortuni mortali ogni milione di occupati.
Stragi sul lavoro: 790 morti in Italia in nove mesi
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