Marco finalmente dopo sei anni di carte bollate, grazie alla tenacia di sua zia Yarina, alla quale ora è affidato, esiste anche per lo stato italiano. Nato nel 2010 in Italia, da entrambi genitori stranieri, quando la mamma ed il papà sono tornati a vivere in Ucraina e lui è rimasto a Salerno con la zia, per lo Stato Italiano Marco è diventato un clandestino.
«Quando un bambino vive qui e si sente rifiutato dalla società – ci racconta sua zia Yarina – è una sconfitta. Marco senza permesso di soggiorno non può avere il diritto di residenza, medico di base, carta d’identità. Non può, con i suoi compagni di classe, andare in gita scolastica».
La battaglia di sua zia Yarina è stata lunga, ma finalmente lo scorso mese di settembre, dopo essere stata ascoltata cinque volte in tribunale, ha ottenuto il decreto di affidamento fino al 18esimo anno d’età. Ora Marco può avere anche il permesso di soggiorno e dimenticarsi per sempre di quell’incubo della clandestinità.
«La nostra storia – ci dice Yarina – è la storia di tanti altri minori nati in Italia, con mamme e papà che non hanno la mia tenacia e la mia fortuna di lottare per dargli una identità e che quindi continuano a non esistere».
Marco, bambino clandestino che ottiene l’affidamento
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