Come cercare tracce, indizi, cause nella scatola nera dopo un disastro aereo. Periti, inquirenti, psicologi, avvocati cercano di capire cosa diavolo sia accaduto in quegli istanti, un lampo temporaneo che poteva costare la vita ad una piccola innocente per mano del papà, o di chissà quale mostro che in quel momento se n’era impossessato. Giuseppe non ricorda nulla, di quanto accaduto. Lo ha detto e ripetuto – in evidente stato confusionale, causato non solo dallo choc ma probabilmente anche dagli psicofarmaci assunti in questi giorni – ai suoi difensori, gli avvocati Silverio Sica e Tommaso Amabile. Come non trovare un pezzo di nastro di girato in quel maledetto 30 ottobre. L’uomo non ricorda nemmeno di essere stato in tribunale e di aver ammesso al Giudice di aver lanciato la figlioletta dalla finestra, di aver sentito la voce di Dio che gli ordinava il gesto estremo, motivo per cui il sostituto procuratore del Tribunale di Nocera Inferiore, Roberto Lenza, ha deciso di procedere alla perizia psichiatrica, nominando un consulente. Intanto, il 40enne resta in custodia cautelare in carcere, anche se è fissata per lunedì prossimo l’udienza di Riesame a cui i difensori dell’indagato chiederanno una misura alternativa al carcere essendo in presenza di un “caso psichiatrico chiarissimo, un delirio di tipo psicotico”. Le buone notizie giungono dal Santobono di Napoli, ove le condizioni di salute della bimba continuano a migliorare. Tra non molto, tornerà a casa.
Fisciano: il padre non ricorda nulla dell’accaduto
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