Sono stati ascoltati ieri mattina i primi sei dei sedici minori raggiunti, la scorsa settimana, da misure cautelari per la rissa avvenuta a luglio scorso a Salerno, in piazza Gian Camillo Gloriosi, a Torrione. Assistiti dai rispettivi difensori, i sei giovanissimi indagati hanno risposto alle domande del giudice: ognuno ha dato delle proprie dichiarazioni sui fatti accertati dagli agenti della Squadra Mobile e a loro contestati dalla Procura per i Minorenni. Qualcuno ha affermato che si è trattato di un fatto assolutamente occasionale, mentre qualche altro si è detto pronto a riscattarsi sul piano sia personale che sociale
Motivo della rissa che, ricordiamo, costò anche la corsa in ospedale ad alcuni dei coinvolti, scoppiò per un no legato ad una questione riguardante un motorino detto al fratello di uno dei leader dei due gruppi. I giovanissimi indagati, tutti salernitani, figli di professionisti, nelle chat sequestrate dalla Squadra Mobile e dalla Polizia postale, raccontarono di calci e pugni sferrati con violenza, mostrandosi forti con le fidanzatine e soprattutto dicendosi “al sicuro” perché tutelati dalle rispettive origini familiari. Da una parte il gruppo composto da 13 giovanissimi, dall’altra 4 ragazzini. Gli interrogatori davanti al gip Giuseppina Alfinito del Tribunale per i Minorenni di Salerno proseguiranno fino a domani.
Rissa a Torrione, indagati rispondono alle domande del gip
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