Femminicidio Borsa, slitta l’udienza per l’ex compagno

Simona Cataldo

Ancora altre due settimane per poter esaminare la perizia balistica redatta, e consegnata tre giorni fa, dai carabinieri del Ris di Roma che hanno esaminato la pistola utilizzata da Alfredo Erra per uccidere la sua ex compagna, Anna Borsa. Si è chiusa, quindi, con un rinvio l’udienza preliminare, svoltasi ieri al Tribunale di Salerno, nei confronti del 40enne che il 1 marzo scorso con colpo di pistola uccise la trentenne, sua ex fidanzata, nel salone di parrucchieri in via Tevere. Su richiesta dell’avvocato dell’imputato, Pierluigi Spadafora, l’udienza è slittata al 7 dicembre prossimo. E l’assassino non ci sarà, Erra ha chiesto di non presenziare alla prossima seduta.
Ieri, invece, si è presentato dinanzi al gup del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, con una coroncina del Rosario stretta tra le mani. In aula, per la famiglia di Anna Borsa, c’erano gli avvocati Stefania De Martino, Ivan Nigro e Rosanna Carpentieri. Oltre alla mamma della vittima Fortuna Romano, al papà Ettore e al fratello Enzo, si sono costituiti parti civili anche la Fondazione Polis della Regione Campania e le associazioni “Mai Sola Onlus” e “Al posto tuo”.
In una lettera depositata agli atti, Erra ha provocato ad alleggerire la sua posizione, dicendo d’aver premuto il grilletto inavvertitamente a seguito di un urto. Una versione che, ovviamente, va contro quanto accertato dagli investigatori all’interno del salone e con quanto raccontato dai testimoni. Ricordiamo che il 40enne è accusato di omicidio aggravato non solo dagli atti persecutori, ma pure dalla premeditazione. Non solo Erra, nei giorni precedenti aveva minacciato la sua ex, ma quella mattina si presentò di buon’ora nel salone di via Tevere, chiedendole insistentemente di andare fuori. Dopo oltre un’ora di via vai, entrò e sparò prima un colpo alla trentenne, poi si puntò la pistola alla testa, poi fece fuoco all’indirizzo del titolare del salone e di un amico della vittima, che si trovava nel vicino parrucchiere per uomo, e che corse dentro perché attratto dal trambusto. Per il sostituto procuratore Marina Guglielmotti, pm titolare dell’inchiesta, quella fu, invece, un’efferata esecuzione: Anna Borsa fu freddata con un solo proiettile, calibro 7,65.

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