Salerno abbraccia i 248 migranti della Geo Barents

Antonio Esposito

Karim, nome di fantasia, ha 10 anni, partito con il fratello 17enne un anno fa dalla Guinea. Ha attraversato diversi Paesi e il deserto, fino ad arrivare in Libia. Qui, appena partito su una imbarcazione, è stato intercettato da una motonave della guardia costiera libica. Che lo ha rispedito a terra e, con il fratello, sono stati per tre settimane in un centro di detenzione. Poi la libertà e il nuovo viaggio verso l’Italia. Ma i soldi da dare agli scafisti erano per un solo posto. Il fratello è rimasto in Libia, lui è partito. Ed ora spera di raggiungere un altro fratello, più grande, in Francia.

E’ una delle 248 storie dolorose e di un’umanità che, ancora una volta, rende Salerno capitale dell’accoglienza. Quello di oggi è il 25esimo sbarco di migranti. L’imbarcazione di Medici Senza Frontiere, la Geo Barents, proveniente dalla Sicilia è stata ribattezzata la nave dei bambini attraccata in quello che viene definito un un “porto sicuro”. 84 i minori (79 maschi e cinque femmine) di cui ben 78 non accompagnati dai loro genitori. Tante le nazionalità di provenienza: Camerun, Mali, Eritrea, Guinea, Costa d’Avorio, Etiopia, Senegal, Siria, Nigeria, Togo, Egitto, Liberia, Gambia, Sudan.
Il Comune di Salerno ne accoglierà 20. Gli altri saranno trasferiti a Taranto e in un altro centro di accoglienza ministeriale. Sulla nave

Tra le storie anche quella di una ragazza del Camerun, scappata dal marito violento che a causa delle botte le ha provocato due aborti Dopo aver avuto una bambina ha deciso di scappare con la piccola, ha attraversato la Nigeria, il Niger, l’Algeria e la Libia. La piccola si è ammalata e non avendo lei la possibilità di curarla perché stavano attraversando il deserto, è morta. L’ha seppellita nel deserto e ha proseguito il viaggio
All’annuncio dello sbarco non ha gioito, pensava alla sua bambina e ai due figli che ha lasciato a sua madre in Camerun e che non vede l’ora di riabbracciare”.

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