C’è la proroga: D’Amato resta, sui “resti” del Ruggi

Ivano Montano

Lunedì scorso è scaduto il suo contratto, ma il Manager del Ruggi D’Amato è ancora lì, forte della proroga concessagli. D’Amato è in regime di proroga e – aggiungiamo – anche in fiducia, visto che non esclude la riconferma, forte, a suo dire, dei risultati raggiunti. E allora, torniamo tra i banchi di scuola per l’analisi logica del periodo: “Ci sono tutte le prerogative affinché questa sia un’azienda che continui a crescere” – dice – la realtà è che problemi sfusi e a pacchetti la stanno depotenziando fortemente già da un po’. “Abbiamo eccellenze e professionalità in tutti i settori” – afferma – ma la fuga di cervelli sembra inarrestabile, con una Torre Cardiologica inclinata come quella di Pisa, dopo essere stata abbandonata da Iesu e la sua equipe e altre dimissioni eccellenti in altri reparti. Aspettando rinforzi e concorsi, i numeri attuali suonano una musica mesta: allo stato attuale, al pronto soccorso di medicina generale sono rimasti 8 medici, a fronte dei 12-14 che ci vorrebbero per garantire una guardia H-24. Allo stesso modo, anche la guardia di chirurgia risulta in grande sofferenza, perché diversi camici bianchi scelgono di lasciare il Ruggi, una struttura che risponde a circa 140mila accessi annui, con una mancanza di camici bianchi pari a 25mila 320 ore. Insomma, una situazione molto calda che rischia di diventare torrida in estate, tra personale che va in ferie ed emergenze che purtroppo son destinate a crescere in modo esponenziale per la massiccia presenza di turisti e visitatori in città. Intanto, 22 medici inquadrati nell’organico della Torre Cardiologica hanno presentato un esposto, puntando il dito contro l’inerzia nella gestione dell’emergenza-urgenza. Parliamo di 22 specialisti presi in prestito dai reparti e assegnati al Pronto soccorso del Ruggi di Salerno. L’Azienda, infatti, da tempo “prende in prestito” medici specialisti di un settore specifico – cardiologi ma anche neurologi e pneumologi – chiamati a lavorare in un reparto che non è di loro competenza, il Pronto soccorso, per sopperire alle carenze nei turni, con tutti i rischi che possono derivarne per l’utenza. Insomma, pannicelli caldi in sostituzione dei farmaci.

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