Secondo le accuse Enrico Polichetti- ex vicesindaco di Cava de’ Tirreni- per farsi eleggere non esitò ad accettare l’appoggio di personaggi contigui al crimine organizzato. La tesi, sostenuta da accertamenti della Dia di Salerno, è che Polichetti abbia chiesto voti a Dante Zullo, figura di spicco della malavita metelliana, già condannato per usura ed estorsione e da poco rinviato a giudizio per gli stessi reati in due distinti procedimenti.
Il gup Perrotta del Tribunale di Salerno ha mandato a processo anche l’ex vicensindaco Polichetti, per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. Con lui, a dibattimento andranno anche Angelo Trapanese, già dirigente del settore Tributi del Comune di Cava ed Antonio Santoriello, marito di Elvira Zullo nipote di Dante Zullo, che fu mediatore tra lo stesso Zullo e Polichetti. Trapanese dovrà rispondere di abuso d’ufficio e concorso esterno, mentre Santoriello insieme a Zullo dovrà difendersi dall’accusa di voto di scambio.
Il sostegno elettorale a Polichetti avrebbe dovuto avere come contropartita l’affidamento di servizi ad una cooperativa di ex detenuti ed una corsia preferenziale per l’organizzazione della festa della pizza a Cava. Polichetti sbancò le amministrative metelliane, risultando il primo degli eletti con oltre 650 preferenze. Proprio questo alla DDA di Salerno basta per configurare lo scambio elettorale-politico mafioso. Tesi condivisa dal gup Perrotta, che ieri ha rinviato a giudizio Polichetti.
Angelo Trapanese, invece, da funzionario del Comune metelliano avrebbe nascosto al sindaco Servalli difficoltà regolamentari e carenze istruttorie sull’istanza per la festa della pizza, evento sul quale Dante Zullo aveva interessi diretti ed indiretti.
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