Inizia con una sperimentazione in alcune città, Salerno per ciò che concerne la Campania, ed offre l’opportunità, con il ricorso di fondi europei, di sperimentare sinergie tra pubblico e privato per il recupero del patrimonio culturale. Il progetto si chiama Clic, avrà una durata di tre anni e coinvolge 15 partner provenienti da dieci paesi europei. L’obiettivo è attrarre nuovi investimenti per il recupero di immobili abbandonati. A Salerno il progetto partirà entro l’anno. Dalla sperimentazione sulla città campana, e dai risultati che si avranno, si valuterà la possibile replicabilità in altre realtà. “Accompagneremo anche il processo di selezione dei beni -ha spiegato l’architetto Gabriella Esposito, ricercatrice senior di Iriss-Cnr – Con gli uffici tecnici del Comune di Salerno, per esempio, individueremo beni che possano attrarre grandi interessi e dare risultati”. Viene dunque applicato anche ai beni culturali il modello di economia circolare, basato su riuso, riciclo, condivisione di risorse, puntando alla valorizzazione dell’esistente. “La grande sfida è mettere a sistema produttivo i beni culturali non fare solo virtuosa conservazione” – ha spiegato il vicepresidente della Giunta regionale, Fulvio Bonavitacola. Il progetto, finanziato con 5 milioni di euro in tre anni, potrebbe dunque avere sviluppi tali da creare occupazione attraverso la tutela dei beni culturali che possono generare economie ed essere utili allo sviluppo sociale e culturale “.
A Salerno parte il progetto sperimentale “Clic”
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