Dal pulpito della Chiesa dei Salesiani il suo allievo Franco Miano, ordinario di Filosofia morale, cita Karl Jaspers ed il ruolo del filosofo come “chiarificatore dell’esistenza” per ricordare Pino Cantillo, il filosofo salernitano, allievo di Aldo Masullo e maestro di intere generazioni di appassionati studiosi, che si è spento ieri mattina nella sua casa di Salerno.
Professore emerito di Filosofia morale all’Università Federico II di Napoli (in precedenza aveva insegnato anche Filosofia Teoretica), studioso acuto, pensatore profondo, intellettuale vero, Cantillo lascia il segno anche per il suo impegno civile e politico: il suo percorso lo ha visto militare nei partiti della sinistra (nel Psi e nel Psiup, poi nel Pci, nel Pds, nei Ds e in Sinistra Italiana), in prima linea fino alla fine.
Nato il 19 marzo 1940, Pino Cantillo ha iniziato la sua lunga carriera all’Università di Salerno. Qui, nel 1970, vinse il concorso per assistenteinsieme al suo amico Peppino Cacciatore, scomparso poco più di un mese fa. Allievo del napoletano Aldo Masullo, ne fu il successore alla cattedra di Filosofia morale alla Federico II. Nell’ateneo federiciano è stato direttore del Dipartimento di filosofia dal 1989 al 1995, presidente del Polo delle Scienze umane e sociali dal 2000 al 2006. È anche stato direttore del Centro di ateneo scuola di alta formazione nelle Scienze umane e sociali dal 2006 al 2010.