Lo «scugnizzo» se n’è andato. Si autodefinì così Orazio Boccia nell’autobiografia pubblicata da Guida alcuni anni fa. Uno scugnizzo diventato capitano d’industria, il classico self made man, che dal nulla ha creato un’eccellenza, l’azienda che gestiva insieme ai figli figli Enzo (ex presidente di Confindustria ed attuale presidente della Luiss) e Maurizio, salendo tutti gradini della scala sociale. «La mia sfortuna è stata la mia fortuna» diceva: nato a Salerno, nel 1932, da una famiglia di origini modeste («secondogenito e unico maschio di cinque figli, fin da piccolo ho imparato l’arte del digiuno»), orfano di padre precocemente lasciò la scuola in quinta elementare per aiutare in casa: fece lo sciuscià, lo spalatore di catrame, il muratore, il cameriere. Aveva undici anni quando venne rinchiuso nell’orfanotrofio cittadino detto “Il Serraglio”. Proprio all’Umberto I° apprese il mestiere di tipografo, base della sua attività futura. Nel 1961 in un sottoscala in affitto fondò la sua azienda intuendo che «quello della stampa periodica specializzata fosse un potenziale core business su cui occorreva puntare» come scrisse Valerio Castronovo nel libro «Arti Grafiche Boccia. Un’impresa italiana all’avanguardia». Da allora ha costruito un esempio di impresa familiare con uno sguardo teso al futuro: introducendo criteri di conduzione manageriali moderni, innovando con macchinari d’avanguardia, spesso prime installazioni assolute in Europa. E poi la diversificando la produzione e aprendo sedi commerciali all’estero, in Francia, Inghilterra, Nord Europa. Venne insignito nel 2008 del titolo di Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in occasione della festa per i 50 anni dell’azienda, gli inviò una targa commemorativa. Commosso il ricordo del presidente De Luca « Uomo libero, con un’infanzia sofferta e dolorosa, imprenditore coraggioso e geniale, lascia un segno indelebile nella storia del nostro territorio» mentre il sindaco Enzo Napoli nell’esprimere il suo cordoglio ha detto: «Orazio Boccia, lo scugnizzo, come amava definirsi è stato un grande protagonista della nostra storia contemporanea e non solo nell’impresa ma anche nell’appassionato impegno civile al servizio della collettività».
I funerali oggi alle 15.30 nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore.