Le prime vittime sacrificate sull’altare della politica potrebbero essere i lavoratori dell’aeroporto Costa d’Amalfi. Lo scontro che ingessa le assemblee del consorzio e della società di gestione, bloccando di fatto ogni ipotesi di rilancio e sviluppo dello scalo, rischia di avere conseguenze pesanti sugli assetti occupazionali e sulla vita di trenta famiglie. Al punto che per oggi si è tenuta una riunione con all’ordine del giorno la richiesta di un incontro in Prefettura che metta insieme attorno ad un tavolo tutte le istituzioni legate all’aeroporto di Salerno-Pontecagnano. I lavoratori temono che la diatriba che oppone centrodestra e centrosinistra sugli assetti delle società di gestione e consortile possa tramutarsi per loro in una beffa: in queste condizioni, senza programmi a medio-lungo termine, senza certezze su nuove tratte, senza garanzie sulla conferma della convenzione con Air Dolomiti il futuro dello scalo è quello di una cattedrale nel deserto. Lo spettacolo offerto dal teatrino della politica rischia di far scappare tutti i potenziali investitori, con un passo del gambero che porterebbe l’aeroporto indietro di dieci anni. Particolarmente critica è la situazione della spa aeroportuale, nella quale figurano un presidente dimissionario (Ernesto Sica), un altro dimissionato (Augusto Strianese) e consiglieri-attori dello scontro politico che non sembra attenuarsi.
Aeroporto: assemblea dei lavoratori
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