Entra nel vivo la fusione tra Costa d’Amalfi e Gesac. L’aeroporto di Salerno s’avvia saldamente verso il futuro. Nel tg del 23 dicembre scorso parlammo della fusione per incorporazione della società Aeroporto Costa d’Amalfi in Gesac, sulla scorta delle informazioni che già in autunno l’amministratore Antonio Ferraro anticipò alla nostra redazione in una fase molto delicata del dialogo con i dirigenti del soggetto gestore dello scalo di Napoli Capodichino. La fusione appariva ed è ancora oggi la soluzione più ovvia, per due ordini di motivi: perché da sola la società Salerno Costa d’Amalfi non ha più ragione d’esistere in virtù della legge Delrio che prevede i gestori unici per gli aeroporti di rilevanza strategica e nazionale; e perché Gesac ha la necessità di detenere almeno il 70/80% delle quote del soggetto giuridico che nascerà dalla fusione con Salerno. Questo per avere il pieno controllo del sistema aeroportuale campano, perfettamente integrato con il piano industriale che allarga il bacino d’utenza potenziale alla Basilicata (la cui Regione partecipa con la Campania con proprie quote) ma anche all’alta Calabria. Dunque il destino del Costa d’Amalfi appare segnato da tappe forzate che obbligheranno ad appaltare le prime opere di adeguamento infrastrutturale entro la prossima estate e ad utilizzare i fondi pubblici relativi entro quest’anno, pena la revoca delle risorse previste dallo sblocca Italia. Il fatto che il gruppo tecnico-giuridico abbia ultimato i lavori sulla forma societaria da dare al sistema aeroportuale campano è una buona notizia perché attiva il percorso operativo per allungare la pista in due fasi (prima a due km e poi a 2,2 km), ampliare l’aerostazione su 14mila mq, rivedere le vie d’accesso, rimodulare i parcheggi, rifare parte degli hangar, su terreni per i quali si dovrà procedere agli espropri.
Aeroporto Costa d’Amalfi: al via fusione per incorporazione con Gesac
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