Ultima di andata, ma anche ultima spiaggia per una Salernitana alla deriva che deve vincere al Menti di Vicenza per aprirsi un seppur piccolo spiraglio. Sono gli ultimi fuochi di speranza e per far sì che non siano fuochi fatui bisogna invertire la rotta, ma a tutti i livelli; Grassadonia, ad esempio, non può continuare a mettere Merino in panchina e dietro il paravento della condizione di forma, dello stato psicologico, delle motivazioni degli altri che sarebbero superiori a quelle del peruviano. Discorsi che hanno fatto il loro tempo e che adesso cozzano rovinosamente contro le necessità della squadra: la Salernitana ha bisogno di qualità, di estro, di invenzioni e sono tutte cose che fanno parte del repertorio di Merino. A Vicenza, il fantasista deve giocare titolare. Vederlo ancora una volta in panchina, pronto per i soliti, inutili 15 minuti finali suonerebbe come una resa incondizionata anche da parte del tecnico. Aggrappiamoci al numero dieci ed a quella fiammella ancora accesa. Non c’è altro da fare, per non alzare bandiera bianca con largo anticipo.
Aggrappiamoci a Merino
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