Franco Benigno, figlio del boss ex cutoliano Antonio, avrebbe sparato a Pasquale Iannone per questioni di droga, anche se il pm Vessa della Procura di Nocera e gli agenti del commissariato nocerino diretti dal vicequestore Amato vogliono farsi un’idea più chiara prima di trarre una conclusione definitiva. C’è ancora qualche dubbio, infatti, non tanto sulla dinamica dell’agguato teso a Iannone a due passi dal tribunale, in Via Borsellino, quanto sul movente che potrebbe celare anche altro. La pista più accreditata rimane quella di interessi comuni nel settore degli stupefacenti, ma non è da escludere che gli spari siano giunti al termine di una escalation di parole grosse e di discussioni iniziate molte ore prima. E per motivi che possono essere altri, rispetto a quelli ipotizzati finora. Ci sono voci, testimonianze, che traccerebbero un quadro fatto di rapporti altalenanti e tesi- nelle ore precedenti l’agguato- tra Benigno e Iannone. Tant’è che i poliziotti risentiranno i due protagonisti della vicenda, ma acquisiranno anche tutte le riprese dei sistemi di videosorveglianza nelle zone dove sono stati. Di certo c’è che l’aggressore ha atteso la sua vittima nel parcheggio retrostante gli uffici giudiziari. A bordo di una bici, Benigno ha atteso che Iannone scendesse dall’auto e gli fosse a tiro. Poi ha esploso i due colpi- di cui uno a vuoto- con un proiettile che ha perforato una mano e si è conficcato nell’addome lesionando l’intestino in più punti. Il tempestivo soccorso l’intervento chirurgico durato quattro ore all’Umberto I di Nocera hanno salvato la vita a Iannone.
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