Anastasio: stralciata accusa di associazione per delinquere

L’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per Antonio Anastasio è stata stralciata: il tribunale del riesame di Salerno, infatti, nel confermare gli arresti domiciliari, ha chiesto all’ex consigliere comunale di Pontecagnano solo di chiarire il rapporto con Francesco Mogavero, ritenuto vicino al clan Pecoraro renna, per la storia della tentata violenza nei confronti del consigliere comunale di maggioranza, Luigi Bellino. A darne notizia sono gli avvocati di Anastasio, Boffa e De Sanctis, sottolineando come siano state stralciate le accuse riconducibili al 416 bis rimanendo in piedi le altre, tutte da approfondire. Anastasio era stato arrestato dai Carabinieri, su indagini dell’antimafia di Salerno, perché avrebbe tentato di condizionare la vita politica a Pontecagnano con l’obiettivo di candidarsi a sindaco della città picentina. In particolare, avvalendosi dell’aiuto di alcuni esponenti del clan Pecoraro Renna (Mogavero in particolare) sarebbero stato il regista delle minacce al consigliere Luigi Bellino, affinché non votasse a favore della manovra di bilancio nella seduta dell’assemblea del 31 maggio scorso. Bellino informò della cosa il sindaco di Pontecagnano, Ernesto Sica, raccontando poi tutto ai Carabinieri. Di qui le accuse di violenza privata ed attentato alla libertà dei diritti politici del cittadino con l’aggravante mafiosa e dell’associazione per delinquere, queste ultime accuse stralciate dal tribunale del Riesame. Anastasio, in prima persona e tramite i suoi legali, ha sempre respinto ogni addebito, dimettendosi dalla carica di consigliere comunale. Nei giorni scorsi, però, la segretaria comunale di Pontecagnano ha respinto le dimissioni di Anastasio perché non corrispondenti a quanto stabilito dalla legge in materia: sembra infatti che nella lettera protocollata non vi sia una firma autenticata. Antonio Anastasio, quindi, resta soltanto sospeso dalla carica di consigliere comunale in attesa della sentenza della Cassazione, chiamata ad esprimersi sulla sua liberazione.