Otto condanne e 22 assoluzioni: è il verdetto della Corte d’Appello dell’Aquila per la tragedia di Rigopiano avvenuta il 18 gennaio del 2017 e costata la vita a 29 persone che morirono nell’hotel travolto da una valanga. Tra di loro anche il giovane di Valva Stefano Feniello. I giudici hanno confermato le condanne inflitte in primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, per il tecnico Giuseppe Gatto e per l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso. Oltre all’ex prefetto Provolo, assolto il primo grado e che ora dovrà scontare una pena di un anno e otto mesi per falso e omissioni di atti d’ufficio, sono stati condannati Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, e Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola. Dopo cinque ore di camera di consiglio i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno dunque riformato in parte la sentenza emessa dal tribunale di Pescara a febbraio dell’anno scorso. “Ci aspettavamo di più, la condanna della Regione e della Provincia – ha commentato Alessio Feniello, papà di Stefano – la condanna della Regione e della Provincia». «Non penso che sia una cosa normale tirare dentro un tecnico comunale e l’ex prefetto per depistaggio – ha dichiarato all’ANSA-, andavano condannati altri personaggi”. “Se oggi avessero preso tutti l’ergastolo a me non cambiava nulla. Potevo guardare la foto di mio figlio e dire ho fatto il mio dovere per darti giustizia”- ha concluso il padre del ragazzo morto all’età di 28 anni, assieme ad altre 28 persone, sotto le macerie dell’hotel Rigopiano sette anni fa.
Appello Rigopiano, Feniello: “Ci aspettavamo di più”
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