A cosa servivano e per conto di chi erano custodite quelle sei pistole semiautomatiche che Claudio Tufano, cinquantenne incensurato di Pontecagnano, custodiva in casa insieme ad oltre 42kg di hashish? Ed a chi era destinata tanta droga? Domande alle quali lo stesso Tufano, che nonostante l’assenza di precedenti pare non fosse del tutto al di sopra di ogni sospetto, potrebbe dare risposta davanti ai magistrati che lo interrogheranno nel carcere di Salerno-Fuorni dove è detenuto dalla notte dell’Epifania. A Tufano i poliziotti della Squadra Mobile della Questura, diretti dal vicequestore Lorena Cicciotti, pare siano arrivati seguendo la pista della droga spacciata sul lungomare del capoluogo da numerosi extracomunitari, prevalentemente gambiani, più volte fermati ed arrestati negli ultimi mesi. Alcuni di loro avrebbero potuto fornire elementi utili sui canali di approvvigionamento, definendo una sorta di mappa dello spaccio al dettaglio ma contribuendo a delineare il contesto della catena di comando sulle piazze, dalle forniture allo smercio, passando appunto dalla custodia come nel caso di Tufano. Quando la Polizia ha bussato alla sua porta di casa, a Pontecagnano, il 54enne incensurato non si è scomposto, seguendo gli agenti in caserma dopo la clamorosa scoperta dei panetti di hashish per 42kg, ma soprattutto delle sei pistole con tanto di munizionamento. Forse la cosa più inquietante è proprio questa, perché ora va accertato se quelle armi abbiano sparato di recente, a chi appartengano davvero ed a cosa sarebbero potute servire nell’immediato. Il “danno” per l’organizzazione criminale che aveva commissionato la custodia a Tufano è notevole: si va dal nascondiglio bruciato alle pistole perse, senza contare la droga che doveva servire i pusher. Calcolando il prezzo di mercato dell’hashish (quotato fino a 2000 euro al chilogrammo) la perdita di introiti per gli spacciatori può arrivare a sfiorare i 90mila euro. https://www.youtube.com/watch?v=2bL9l3IpgKw
