E’ ufficiale, finalmente, la relazione con cui l’Arpac dà conto dell’ultimo sopralluogo nelle Fonderie Pisano per riscontrare l’applicazione delle Bat, ovvero delle migliori tecnologie possibili per abbattere i fattori inquinanti nell’area di Fratte. La relazione conforta le anticipazioni date nei giorni scorsi dal nostro telegiornale: le criticità già riscontrate a novembre del 2017 non sono del tutto superate, anzi; su nove prescrizioni circa l’utilizzo delle Bat, solo in un caso l’Arpac ha trovato la situazione pienamente soddisfacente. In tutti gli altri controlli è emersa l’applicazione soltanto parziale delle migliori tecnologie disponibili. Tutto questo è importante per consentire alla Regione Campania di decidere se fermare l’impianto, revocare l’autorizzazione integrata ambientale oppure imporre un termine di sessanta giorni per ottemperare alla parte mancante delle Bat. Senza contare che è in corso la procedura per il rilascio della nuova Aia, con una conferenza dei servizi già fissata a metà settembre e su cui potrebbe influire anche la relazione ufficializzata dall’Arpac. Criticità persistono sulla separazione delle acque reflue, sullo smaltimento dei rifiuti in modo da consentirne il riciclo, sullo stoccaggio dei materiali ferrosi, sulla presenza di vapori nelle sale di lavorazione. Raggiungi gli obiettivi, invece, sulle emissioni sonore. Ma la relazione dell’Arpac non è l’unica tegola cascata in queste ore sulla testa delle Fonderie: i vertici aziendali sono stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Salerno per l’inquinamento in area protetta.
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