Arresti clan De Feo-Pecoraro: la fluidità della mappa criminale nel salernitano

Redazione

Gli assetti emersi dall’indagine che ha portato ai 38 arresti di ieri confermano la fluidità della mappa criminale in alcune zone del salernitano.

Da un lato Giovanni Esposito ed il figlio Gianluca, insieme ai fratelli Bisogni, ritenuti i reggenti del clan Pecoraro-Renna. Dall’altro i fratelli Adelchi e Carmine Quaranta, vicini a Vito De Feo. Secondo i pentiti Sabino De Maio ed Antonio Marino sono stati loro a siglare uno storico patto di non belligeranza fra gruppi criminali che a cavallo tra gli anni ’90 e gli inizi del duemila si sono fronteggiati duramente, armi alla mano, per il controllo del territorio. In nome del traffico e dello spaccio di cocaina, hashish ed eroina, i De Feo ed i Pecoraro tramite i loro fiduciari s’accordano per comprare partite di stupefacenti e per dividersi le piazze di smercio tra la Piana del Sele, i Picentini e Salerno. Un patto scoperto dalla caparbietà della direzione distrettuale antimafia, di Polizia e Carabinieri, che ridisegna in parte la mappa criminale locale. Già sfogliando la relazione pubblicata in occasione dell’ultimo anno giudiziario, si registra «la difficoltà di una ricostruzione unitaria della mappa», dovuta- scrivono gli inquirenti- «alla compresenza sul territorio di organizzazioni con genesi e matrici diverse, a risalenti alleanze e collaudati canali di collegamento, con proiezioni territoriali differenziate, grosso modo corrispondenti al quadri di convergenze di interessi consolidatosi nel tempo». E’ in questo magma che è emersa la saldatura inedita tra i reggenti dei clan De Feo e Pecoraro-Renna, evidentemente approfittando dei colpi inferti dalle operazioni Omnia e Perseo. Infatti, nelle relazioni investigative si legge che «la disarticolazione delle storiche organizzazioni camorristiche ha determinato significativi vuoti di potere, una situazione di particolare fluidità, nella quale i sodalizi locali, pur operando in regime di sostanziale autonomia, conservano importanti collegamenti con le consorterie originarie, nonché con organizzazioni del napoletano e del casertano. Sempre più di frequente si assiste alla costituzione di piccoli gruppi, con equilibri interni variabili ed eterogenei. Gli affiliati di riferimento dell’epoca prediligono una minore visibilità, dedicandosi comunque ad attività illecite, avvalendosi di pochi fiduciari». E d’altronde, ben prima degli arresti di ieri, era già ben «documentata l’esistenza di un sodalizio con base operativa nei Comuni di Salerno, Bellizzi e Battipaglia, contiguo al clan Pecoraro-Renna, dedito al traffico e allo spaccio di cocaina, eroina e hashish, con approvvigionamenti a Napoli e Torre Annunziata e smercio nella piana del Sele e nei picentini, oltre che nel capoluogo e Cava de’ Tirreni».

https://www.youtube.com/watch?v=aliv-KU4hic

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