Uno sportello sociale, in grado di semplificare la vita in carcere ai detenuti ma anche di risolvere problematiche che altrimenti crescerebbero a dismisura durante la detenzione, facendo sentire tutto il loro peso al momento del ritorno a casa. Con questo obiettivo nasce l’iniziativa delle case circondariali di Salerno ed Eboli, per uno sportello socio-legale assistenziale promosso dall’Ufficio del Garante e gestito dall’Associazione “Il faro”.
Per il Garante dei detenuti campani, Samuele Ciambriello, «l’obiettivo del progetto è favorire l’orientamento ai servizi socio-assistenziali e del mondo del volontariato, oltre che aiutare i detenuti ad avere informazioni ed supporto legale per la tutela dei loro diritti». Ma nel penitenziario di Fuorni, a parlare alle persone private della libertà personale, arriva anche Monica Amirante, presidente del tribunale di Sorveglianza di Salerno, che sottolinea la necessità di incontri periodici per capirsi meglio ed assicurare il pieno esercizio dei diritti. Concetta Felaco, Direttrice Icatt di Eboli e Rita Romano, che da poco guida la Casa Circondariale di Salerno, ricordano i numeri importanti di due realtà di custodia nelle quali si stanno facendo passi da gigante per dare una prospettiva di pieno reinserimento dopo la pena.
«Gli operatori dello sportello – ha sottolineato il presidente dell’Associazione “il faro”, Anna Ansalone – hanno seguito tra le due realtà penitenziarie in solo quattro mesi, una 60antina di detenuti, dando attuazione al principio, sancito dalla Costituzione, ma troppo spesso disatteso, della finalità rieducativa della pena».
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