La bravata delle ragazzine, avevamo titolato ieri nel nostro TG in riferimento alle minori che – incastrate dalle telecamere di videosorveglianza – sono state ritenute responsabili delle scritte con cui hanno imbrattato le sacre, oltre che storiche mura del Complesso di Santa Sofia. “Non definitela bravata” – rintuzza oggi l’Assessore alla Sicurezza Claudio Tringali. Naturalmente, con quel termine noi non si voleva di certo minimizzare l’accaduto: è chiaro che quel che è successo è grave, ma riteniamo che non sia un macigno al cospetto dei sassolini lanciati da chi lascia l’auto in sosta in terza fila, se non addirittura sul marciapiedi o peggio ancora negli stalli dedicati ai disabili o chi getta cartacce per strada e sacchetti di rifiuti dove capita. Le ragazze, tutte minorenni, non hanno rispettato Salerno e I salernitani ma tanti altri – anche più grandicelli – non lo fanno. Diciamo che viviamo in un’epoca un po’ così, orfana di qualche valore che si è perso tra le maglie della rete virtuale. Anni fa, la storia – anche quella di Salerno – si studiava a scuola. Oggi, la storia si posta sui social e più fa rumore meglio è in quanto a like. La repressione è fondamentale, ancor di più lo è la prevenzione. Probabilmente, non se ne fa abbastanza, né a livello istituzionale, né a scuola, né in famiglia.
Atti vandalici, educare è meglio che punire
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