Una comunità in rivolta, 15mila persone prive dell’unico sportello bancario disponibile per quattro comuni – San Cipriano Picentino, Giffoni Sei Casali, Castiglione del Genovesi e San Mango Piemonte – e un bancomat, l’unica cosa rimasta a San Cipriano, funzionane a fasi alterne: è questo il risultato della chiusura della filiale di Banca Campania Centro a San Cipriano. Un’operazione che, secondo molti, era stata pianificata da tempo, con l’avvio delle aperture a giorni alterni, la riduzione del personale e l’accorpamento dei servizi. La filiale, un tempo storica sede dell’ex Tubenna, è stata sacrificata sull’altare della redditività, ma i clienti e i soci della banca si chiedono quali siano stati i reali benefici di questa scelta.
A preoccupare è anche l’atteggiamento della governance della banca. Il presidente Camillo Catarozzo e il Consiglio di Amministrazione restano in silenzio di fronte alle critiche, mentre i numeri parlano chiaro: dalle 25 filiali iniziali si è scesi a 18, con la prospettiva di un’ulteriore chiusura a Siano entro giugno. Un ridimensionamento che stride con la crescita registrata da altre BCC e che evidenzia difficoltà nella gestione operativa. Non solo: tra le BCC associate, Banca Campania Centro è quella che nel 2023 ha registrato i compensi più bassi per i dipendenti in termini di produttività aziendale, segno di una situazione interna che non lascia spazio a facili entusiasmi. Il malumore di soci e clienti è ormai arrivato sul tavolo della capogruppo Iccrea, che sta analizzando la situazione per comprendere le ricadute della gestione Catarozzo dal 2019 al 2023. I numeri non fanno fare salti di gioia. Ed ancora: oltre alle spese amministrative eccessive va valutato il rapporto ricavi – costi in Banca Campania Centro.
A complicare il quadro c’è anche il ruolo della Fondazione Cassa Rurale di Battipaglia, il cui vice presidente è Giuseppe Catarozzo, figlio del presidente di Banca Campania Centro. Molti si chiedono quali siano i reali costi delle iniziative promosse, spesso legate solo a determinati territori a discapito di altri. Una scelta che ha sollevato critiche, come nel caso del sindaco di San Cipriano Picentino, Sonia Alfano, che aveva proposto un’iniziativa per premiare gli studenti meritevoli del territorio, senza però ricevere alcun supporto dalla governance della banca.
Le parole dei primi cittadini di San Cipriano Picentino, Giffoni Sei Casali e Castiglione del Genovesi hanno acceso il dibattito: la possibilità che i comuni dei Picentini possano revocare il servizio di tesoreria a Banca Campania Centro rappresenta un rischio concreto e un potenziale danno d’immagine per l’istituto. La domanda resta aperta: Banca Campania Centro sta ancora rispettando i principi del credito cooperativo o ha smarrito la sua missione a favore di una gestione sempre più distante dalle esigenze dei territori?