Il Comune di Battipaglia è cinturato, dentro e fuori, da agenti in tenuta antisommossa. La seconda parte del consiglio interrotto mercoledì scorso per il blitz in aula di una folla inferocita che chiedeva chiarezza sulla gestione dei rifiuti si svolge in un clima surreale ma comunque teso. Da un lato l’amministrazione comunale che resta sulle sue posizioni, ammettendo le difficoltà ma difendendo il proprio operato sulla vicenda delle piattaforme private che trattano immondizia sul territorio. Dall’altro le associazioni ambientaliste ed i comitati che chiedono la testa dell’assessore al ramo, Carolina Vicinanza (per la verità già dimissionaria) e la consegna della fascia tricolore al Prefetto di Salerno. Alla Francese viene sollecitato almeno un gesto simbolico, perché il Governo si renda conto della necessità di monitorare quanto accade a Battipaglia e valutare la nomina di un Commissario per i rifiuti. Ipotesi sulla quale la sindaca, sostenuta anche dai colleghi dei Comuni limitrofi, non vorrebbe convergere per non certificare l’impotenza di fronte alle piattaforme private. Il rogo del 3 agosto ha lasciato segni indelebili nella zona industriale ed uno strascico politico difficile da diluire. L’assise battipagliese alla fine accetta l’idea di una commissione di controllo e di un consulente da affiancare all’assessore, ma alla gente non basta. Le preoccupazioni rimangono, anche alla luce delle analisi dell’Arpac che avrebbero confermato lo sforamento dei livelli massimi consentiti di diossina nei giorni dell’incendio, dal 3 al 5 agosto. Stavolta, a Battipaglia, sarà difficile gettare acqua sul fuoco.
Battipaglia: ancora un consiglio comunale teso sul caso rifiuti
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