È una Concordia in piccolo, ha dichiarato Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza del comando generale dei Vigili del Fuoco

Bayesian, tra gli speleosub anche quelli salernitani

Delle 22 persone a bordo dello sloop, 15 sono stati salvati dalla guardia Costiera, 1 corpo è stato recuperato mentre si cercano sei dispersi
Francesca Salemme

Sono ricominciate in mattinata le ricerche delle sei persone disperse nel naufragio del veliero Bayesian, affondato all’alba di ieri a Porticello (in provincia di Palermo). Tra le squadre di speleosommozzatori dei vigili del fuoco che hanno ripreso le ispezioni del relitto che si trova adagiato a una profondità di circa 50 metri, anche un equipaggio di Salerno,  partito ieri pomeriggio con l’elicottero Drago 59.

Insieme agli altri caschi rossi, arrivati da Roma e Cagliari, stanno operando per la ricerca a mare delle sei persone ancora disperse dopo che il Bayesian, lo sloop di 56 metri  battente bandiera britannica, affondato all’alba di ieri a 300 metri dalla riva, colpito da una tromba d’aria nel tratto di mare davanti alla costa palermitana.

La barca, che poteva annoverare l’albero in alluminio più alto del mondo, misurante 75 metri, era a pieno carico, ospitando 12 ospiti in 6 cabine con una lussuosa suite padronale e 10 membri dell’equipaggio. Ed era ormeggiata in rada.

In 15 sono stati messi in salvo dalle motovedette della Guardia costiera, tra cui una bimba di un anno che è stata trasportata all’ospedale dei Bambini di Palermo, mentre i sommozzatori dei vigili del fuoco, immersisi già ieri, hanno recuperato un primo corpo, quello del cuoco di bordo.

Tra i dispersi vi sarebbero il tycoon britannico Mike Linch, secondo i media britannici il proprietario del veliero,  la figlia diciottenne Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, il legale di Lynch, Chris Morvillo e la moglie Nada Morvillo.

Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza del comando generale dei Vigili del Fuoco, ha spiegato: le squadre “sono composte da 2 speleo sub che devono affrontare difficoltà notevoli. A quella profondità, infatti, possono rimanere sott’acqua per 12 minuti al massimo, di cui due servono per scendere e salire. Dunque il tempo reale per poter effettuare le ricerche è di 10 minuti a immersione”. “È una Concordia in piccolo – ha aggiunto –, all’interno del veliero gli spazi sono ridottissimi e se si incontra un ostacolo è molto complicato avanzare, così come è molto difficile trovare dei percorsi alternativi”.

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