La chiusura della filiale di San Cipriano resta senza risposte

BCC:spunta documento Iccrea che smentisce attuale governance

Nessun obbligo di chiusura delle filiali
Antonio Esposito

Spunta un documento della Capogruppo Iccrea che svela un’altra verità su quanto sta accadendo in Banca Campania Centro. Mentre il presidente Camillo Catarozzo e l’attuale governance chiudono filiali, come accaduto a San Cipriano Picentino lasciano intere comunità senza servizi, emerge una comunicazione della capogruppo Iccrea che smentisce la necessità di queste dismissioni. Datato marzo 2024, il testo non parla di chiusure, ma di rilancio. Eppure, la governance guidata da Camillo Catarozzo ha scelto di fare l’opposto.  La filiale di San Cipriano Picentino è solo l’ultima vittima di un piano che ha già portato alla chiusura di sette sedi, con un’ottava prevista a Siano per il 2025. Una decisione che ha lasciato 15mila persone tra San Cipriano, San Mango Castiglione del Genovesi e Giffoni Sei Casali senza un punto di riferimento, costringendole a spostarsi fino a Campigliano. I sindaci protestano, i cittadini si sentono abbandonati.  Il documento di Iccrea, però, racconta una storia diversa. La capogruppo non ha mai imposto chiusure, ma ha suggerito un piano di efficientamento e riposizionamento commerciale per le filiali in difficoltà. Le sedi vengono classificate in tre categorie: “Ordinarie” (con performance positive), “In osservazione” (con elementi di debolezza) e “Low Performing” (con criticità significative). Tra queste ultime, nel 2023, c’erano San Cipriano Picentino, Siano, Acerno, Pontecagnano, una a Battipaglia e un’altra a Salerno in zona centro.  La domanda è inevitabile: perché Banca Campania Centro ha scelto di chiudere invece di rilanciare? Sotto la gestione Catarozzo, l’istituto sembra aver voltato le spalle al territorio, abbandonando il modello che, con il compianto Petrone, l’aveva resa un fiore all’occhiello del credito cooperativo salernitano.  Iccrea aveva indicato la strada: investire, non dismettere. Ma la scelta di Catarozzo e del Cda è stata diversa. E i cittadini chiedono risposte: “Perché non seguire le indicazioni della capogruppo? Perché non pensare al futuro delle nostre comunità?”  La vicenda resta aperta, mentre il silenzio della governance alimenta dubbi e malcontento. San Cipriano Picentino e le altre comunità colpite meritano di più. E la domanda finale è una sola: qual è il futuro di Banca Campania Centro? Tutto questo, sotto la gestione Petrone, non sarebbe mai accaduto

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