Una nuova perizia psichiatrica. Il giudice dell’udienza preliminare nel caso del padre che il 30 ottobre scorso, a Fisciano, lanciò la figlia di 2 anni dalla finestra di casa (fortunatamente la piccola se la cavò con la sola frattura del polso), ha deciso che l’imputato debba essere sottoposto ad un nuovo esame.
Il terzo, visto che due consulenze – quella della difesa e della procura – hanno spiegato che non fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
Quando fu arrestato, quella mattina, venne trovato sdraiato sul letto in evidente stato di shock e ai militari spiegò che il suo gesto era l’esaudimento delle richieste che da giorni gli facevano le «voci» che sentiva, tra cui quella «di Dio». Si appurò anche che alcuni giorni prima, aveva mostrato alcuni segnali per cui gli erano stati prescritti dei farmaci: nel ricevere un pacco postale che conteneva un termometro l’uomo ebbe una crisi, sostenendo che al suo interno vi fosse una bomba destinata alla figlia.
Dopo il tragico “lancio” gli venne diagnosticato un «disturbo psicotico breve con marcato fattore di stress» dal consulente della Procura, esito che ne determinò la scarcerazione e il contestuale ricovero presso una struttura dove potesse essere curato in quanto «socialmente pericoloso».
La nuova consulenza – una sorta di aggiornamento sulle condizioni dell’imputato – servirà al magistrato per decidere se rinviare a giudizio l’uomo o chiudere il fascicolo in ragione delle sue condizioni di salute mentale.