Blitz anti-droga: i retroscena della fitta rete di spaccio

Le indagini erano scattate nel settembre del 2021, da un controllo effettuato dai Carabinieri a Manuel Miano e Giuseppe Criscuolo, trovati in possesso di dosi di eroina e cocaina e di un telefono cellulare, attraverso il quale sono stati ricostruiti rapporti e intrecci: da qui è partita la ricostruzione che ha poi permesso di risalire all’ampio giro di spaccio e di smantellare le due diverse organizzazioni dedite al traffico illecito di stupefacenti, a seguito del blitz di ieri, coordinato dalla Procura di Salerno. Ventiquattro gli indagati, diciannove gli arresti, di cui nove in carcere e dieci ai domiciliari. Il bilancio è pesante. All’indomani dall’operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Salerno emergono ulteriori particolari sull’inchiesta, che vede coinvolti anche nomi noti del salernitano, come Antonio Noschese, detto Pupatella, ora ai domiciliari. Quest’ultimo viene considerato appartenente, assieme al nipote Giovanni De Crescenzo, al gruppo capeggiato dalla coppia di fidanzati (Miano e Altamura), sul quale, secondo le ricostruzioni investigative, avrebbe esercitato anche un ruolo di controllo, ben conoscendo le dinamiche operative. I due fidanzati, avvalendosi della collaborazione di Giuseppe Criscuolo, avrebbero avuto alle loro dipendenze una fitta rete di pusher. Agli incontri con gli spacciatori, come documentato dagli investigatori, si sarebbero presentati spesso anche con la loro figlia piccola in auto. L’organizzazione, capeggiata da Alfonso Santaniello, il quale non avrebbe mai partecipato di persona alle operazioni di spaccio, avrebbe utilizzato anche altri canali di vendita, fuori dal territorio salernitano, arrivando fino a Cassino, Formia e Maddaloni. I due principali collaboratori del “capo” avrebbero percepito uno stipendio mensile ed avrebbero avuto a disposizione anche un’auto “di servizio”.