Dal derby del San Paolo va salvato senza dubbio l’esperimento tattico. Il 3-5-2 proposto contro il Napoli non è dispiaciuto e soprattutto ha convinto Brini. Provato solo nell’ultima settimana, il nuovo modulo ha dimostrato di essere una variante valida al 4-2-3-1 studiato durante il ritiro. Che possa tornare utile nel corso del campionato o già venerdì per l’esordio contro il Frosinone lo scopriremo presto. Certo c’è da migliorare qualcosa nei movimenti e nelle distanze tra i reparti ma il centrocampo composto da cinque elementi può rappresentare una forza in più per la Salernitana, ancor di più quando tornerà a disposizione un trequartista o un elemento in grado di dare vivacità e fantasia al gioco. Un po’ lo stesso problema in cui si è imbattuto il vecchio modulo: senza Merino, Cozza e Soddimo la manovra è più prevedibile ma con un attacco a due punte di sicuro aumenta il peso specifico in avanti, in attesa di novità dal mercato. Appena arriverà il transfert di Machado, la Salernitana potrà sfruttare ancora meglio il 3-5-2 con il brasiliano da una parte e Galasso dall’altra, giocatori in grado di coprire con disinvoltura tutta la fascia, senza dimenticare Pepe e Statella. La batteria degli esterni è completa e anche la difesa a tre con Kyriazis, Fusco e Stendardo ha convinto. La gara del San Paolo regala indicazioni tattiche incoraggianti per il futuro: la Salernitana può giocare in diversi modi, contro il Napoli ha utilizzato anche il 4-4-2, ma diventa importante recuperare i giocatori infortunati.
Brini studia una Salernitana camaleontica
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