Continua il duello a distanza, a colpi di comunicati stampa, tra Asl di Salerno e Uil sanità sullo strano caso dei microchip trovati in alcuni camici in dotazione al personale dell’azienda sanitaria locale.
Dopo la denuncia del sindacato- che aveva addirittura richiamato la vicenda dei braccialetti Amazon- l’Asl ha chiesto chiarimenti alla ditta fornitrice che ha spiegato come «il chip presente nella biancheria distribuita solo in alcune strutture aziendali sia assimilabile all’etichetta identificativa del capo, con la funzione di tracciare l’entrata e l’uscita dell’articolo sporco o pulito».
Secondo l’Asl di Salerno, quindi, «si tratta di un’attività interna alla ditta e che, in nessun caso, potrà tracciare a distanza i movimenti delle persone. I
noltre, la funzione del microchip non è attiva, poiché il nuovo appalto (gara espletata da SORESA su base regionale, al momento sospesa) non è partito». L’appalto «prevede la fornitura di biancheria confezionata chippata solo ai fini di contabilità interna dell’azienda fornitrice e dell’amministrazione appaltante, per quantificare il numero dei capi e garantire la correttezza della liquidazione delle fatture».
Ad ogni modo, la Direzione Aziendale dell’Asl «assicura che, successivamente alla definitiva aggiudica dell’appalto, informerà le organizzazioni sindacali sulla natura dei dispositivi nel rispetto della normativa sulla privacy».
La Uil replica tramite il segretario con delega alle Politiche sanitarie, Biagio Tomasco: «il fatto che la funzione del microchip non sia attivata, in quanto il relativo appalto all’azienda Soresa non sia ancora partito, non significa che la ditta fornitrice fosse esentata dal fornire all’Asl le dovute informazioni sul dispositivo». Per Tomasco è chiaro che «il sistema di chippatura non solo sia capace di riconoscere in ogni momento l’identificativo associato alla divisa, ma anche di sapere dove si trovi un capo di abbigliamento associato a un qualunque dipendente e, pertanto, la posizione di quel lavoratore. Su questo attendiamo chiarimenti», conclude il sindacalista dalla Uil.
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