Era ricercato dal 29 dicembre 2008, da quando insieme al fratello massacrò nel centro di Secondiglaino Antonio Pitirollo. E’ finita a Capaccio la latitanza di Carmine Calzone, pregiudicato di 34anni, appartenente al clan camorristico degli amato-pagano degli scissionisti. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri del Ros di Salerno, unitamente ai militari dei Reparti Operativi – Nuclei Investigativi di Salerno e Napoli. Calzone da circa un mese si nascondeva sul territorio salernitano, tra Capaccio e Roccadaspide. Ieri sera, intorno alle 19, dopo un breve pedinamento è stato bloccato mentre insieme ad un complice percorreva in auto il litorale di Capaccio. A finire nei guai un 23enne di Agropoli, incensurato. E’ stato lui, in questi ultimi trenta giorni, ad offrire ospitalità a Calzone. Nella sua villa i carabinieri hanno trovato una pistola e 13 proiettili. Il 23enne è stato arrestato per favoreggiamento personale. «Nessuna resistenza è stata fatta da Calzone al momento dell’arrestoۚ» ha spiegato il comandante provinciale, il col. Gregorio De Marco. Accusato di associazione per delinquere, omicidio e traffico internazionale di stupefacenti, il 34enne risulta coinvolto nella sanguinosa faida di Scampia. Proprio in tale contesto rientra l’omicidio di Antonio Pitirollo, di cui è accusato insieme al fratello Rito, arrestato due gironi dopo l’agguato. Resta da capire quali e quanti interessi il 34enne, magari per conto del clan degli scissionisti, coltivava sul territorio salernitano dove credeva di godere di ottime coperture per passare inosservato e restare latitante.
Camorra, catturato latitante Calzone
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