Cari, la scommessa del Presidente

Redazione

Cari, anagramma di Acri e che letto al contrario diventa Ira, con una C finale che è poi l’incubo di una piazza arrabbiata come non mai, poco disposta ad accettare o assecondare le scommesse di Lombardi, annichilita da uno zero in graduatoria che potrebbe suonare come una sentenza, ma che per fortuna sentenza non è. Il campionato è appena cominciato e c’è tutto il tempo per ricostruire classifica e morale. Dopo l’annunciata ma rovinosa caduta ai piedi del Toro, la margherita è stata sfogliata a lungo ed i petali erano tutti di prima qualità: Colomba, Cosmi, Somma, Mandolini. Tutti bravi, ma tutti poco propensi ad accettare per via della situazione precaria. Tutti bravi, quanto cari – manco a dirlo – dal punto di vista dell’ingaggio e, nel calcio come nella vita, chi è abituato al benessere generalmente non ha fame. Lombardi, che ama puntare sugli emergenti, ha dunque deciso di affidare la cura a Cari, allenatore con palmares alquanto scarno ma con motivazioni fortissime che potrebbero anche trasformarsi in valore aggiunto. L’ex aretino è assai determinato e crede ciecamente nella salvezza, appena messo piede a Salerno s’è tirato su le maniche per mettersi a lavorare. Punto a favore per lui e ottimo punto di partenza per un gruppo che adesso deve uscire allo scoperto in tutti i suoi effettivi. Gli uomini della scuderia-Zavaglia, ad esempio, hanno qualcosa da dimostrare ed è giunto il momento di farlo. Per quanto, poi, riguarda le contestazioni al Presidente, al solito ritornello “Lombardi vattene”, noi riproponiamo il solito quesito: “per far posto a chi?”. E’ il caso di stringersi attorno alla squadra e pensare alla salvezza, polemiche e veleni – allo stato attuale – sono avversari aggiuntivi.

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