Franco Alfieri, sindaco di Capaccio-Paestum e presidente della Provincia di Salerno, è attualmente provato dall’esperienza del carcere, ma confortato dalla vicinanza di amici e colleghi. Questo è il ritratto che ne ha fatto il suo avvocato Domenicantonio D’Alessandro, dopo che Alfieri è stato arrestato insieme ad altri cinque indagati nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza su presunti appalti truccati. Figura di spicco del Partito Democratico nel Salernitano, Alfieri ha risposto a tutte le domande durante l’interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari, cercando di chiarire la sua posizione.
Mentre la giustizia farà il suo corso, il clima politico si è subito infuocato. Quelli che fino a pochi giorni fa erano accanto a uno degli uomini più influenti del PD si sono affrettati a prendere le distanze. Alcuni, pur non coinvolti direttamente, hanno sfruttato la vicenda giudiziaria per guadagnare visibilità. Nel dibattito politico, queste figure sono paragonate a sciacalli, che tentano di approfittare delle difficoltà altrui per emergere.
Non basta ripulire la scrivania e mettere il proprio nome sulla porta per sentirsi protagonisti e pensare di essere all’altezza del ruolo che si sta ricoprendo sol perché il predecessore è finito nei guai.
Chi approfitta di tali disavventure non è altro che un opportunista, e il dibattito su questi comportamenti evidenzia l’assenza di dignità di chi si affretta a riempire spazi lasciati temporaneamente vuoti. Come diceva Rubin Carter, “gli uomini senza dignità sono come pagliacci senza pubblico, patetici e smarriti”.