Caso Di Nesta: ci lavora la Corte dei Conti, ma gli atti arrivano in Procura

Redazione

Potrebbe svilupparsi ben oltre le aule della giustizia contabile il caso di Bruno Di Nesta, cui viene contestato l’incarico di direttore generale della Provincia. Se l’avvocato Bruno Di Nesta dovesse continuare a svolgere le funzioni di direttore generale dell’ente Provincia, la Corte dei Conti ipotizza un aggravamento oneroso del danno erariale già quantificato in 190mila euro. Lo mettono nero su bianco i magistrati contabili, Vitiello ed Oricchio, spiegando perché ritengono che l’incarico conferito il 9 dicembre di tre anni fa all’avvocato Di Nesta sia illegittimo e perché possa verificarsi la costanza del danno erariale, visto che di fatto il direttore generale della Provincia di Salerno è rimasto al suo posto ben oltre il 30 agosto 2017, data alla quale viene cristallizzato il danno di 190mila euro citato dalla Corte dei Conti della Campania. Insomma, se Palazzo Sant’Agostino non revoca Di Nesta o non dimostra nelle sue controdeduzioni la legittimità della sua assunzione, quella cifra potrebbe lievitare di molto. Il caso, che il presidente della Provincia Giuseppe Canfora liquida come azione da campagna elettorale, in realtà potrebbe avere risvolti ben oltre la giustizia contabile ed approdare anche sul tavolo della Procura della Repubblica. Sembra, infatti, che gli incartamenti della vicenda Di Nesta siano già nella disponibilità del procuratore capo e dei suoi sostituti, in un fascicolo che potrebbe riempirsi di altri particolari, se è vero che permane la delega d’indagine conferita alla Guardia di Finanza. In realtà, da quando è sorta la questione- ormai due anni fa- fiamme gialle e tribunale si sono già occupati di questa storia, senza arrivare apparentemente a nulla. Ma ora, dopo il passo della Corte dei Conti della Campania, il quadro d’insieme potrebbe mutare in forza di altri e nuovi elementi. I magistrati contabili sembrano aver accolto la tesi proposta nelle segnalazioni fatte dai consiglieri provinciali Spinelli e Fabbricatore, dall’ex presidente facente funzioni della Provincia Iannone e dal deputato Edmondo Cirielli (che è stato pure primo inquilino di Palazzo S.Agostino): secondo loro Di Nesta non aveva i requisiti per accedere all’incarico di direttore generale, era di fatto incompatibile poiché iscritto all’albo degli avvocati e non era neppure necessario, poiché la burocrazia provinciale disponeva al suo interno di profili professionali idonei ad assumere la carica di direttore generale dell’ente.

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