«Io, accusato di essere un camorrista, oggi so di aver lavorato bene. Contro di me è stato ordito un complotto». Si sfoga così Alberico Gambino, capogruppo di Fratelli d’Italia-An al Consiglio regionale della Campania, che si è pure commosso in una conferenza stampa durante la quale ha ripercorso le tappe della sua vicenda giudiziaria, da quando fu arrestato nel 2011 con l’accusa di scambio politico mafioso riferito alle comunali che lo elessero sindaco di Pagani, fino al 3 ottobre scorso, quando la Cassazione lo ha assolto da tutte le accuse. Gambino ricorda la conversazione che, in sede processuale, è risultata essere stata manipolata «frutto – ha spiegato il suo avvocato – di 11 taglia e incolla». «Su 62 mesi di attività consiliare sono rimasto sospeso per 57 mesi- ha ricordato Gambino in relazione alla scorsa consiliatura regionale- posso dire di essere stato l’unico a pagare gli effetti della Legge Severino». «Contro di me piccoli uomini e affaristi hanno costruito un complotto – ha aggiunto Gambino- Quella certa politica alla quale avevo sempre detto di no, quella imprenditoria affaristica che quando ero sindaco di Pagani ha sempre trovato chiusa la mia porta ha imbrogliato le carte, mentito anche alla magistratura. Hanno rivoltato la mia vita come un calzino, ora, l’auspicio è che lo facciano anche con chi ha preso in giro la Procura». Il riferimento- come confermano gli avvocati Annunziata e Diddi- è proprio a quella conversazione depositata agli atti da un imprenditore che accusava Gambino, frutto di una manipolazione, che una volta smascherata ha permesso di «smontare il 70% dell’ordinanza di custodia cautelare» che aveva portato l’ex sindaco di Pagani dietro le sbarre. Insomma, «una sentenza (quella della Cassazione, ndr) che farà scuola”», dicono convinti i legali di Gambino.
Caso Gambino: ecco come i suoi legali hanno smontato ogni accusa
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