Per Italo Voza, ex sindaco di Capaccio e per Carlo Samaritani, presidente dell’ente morale per le antichità della provincia di Salerno, ieri è finito un incubo. La decisione della Corte dei Conti di assolverli dall’accusa di danno erariale per centinaia di migliaia di euro restituisce loro serenità ma soprattutto la dignità, dopo mesi di gogna per il presunto scandalo del canone di locazione irrisorio pagato dalla moglie di Voza per la gestione del ristorante Nettuno (circa diciottomila euro annui) a fronte del valore inestimabile di un bene che, secondo le accuse della Procura generale della Corte dei Conti, è di proprietà del Comune di Capaccio e non dell’ente per le antichità. Tesi, quest’ultima, confutata prima dal legale di Voza (l’avvocato Gaetano Paolino dello studio Paolino-Annunziata) e poi condivisa dai magistrati contabili in sede giurisdizionale, con una sentenza che ha stabilito- in modo netto ed inequivocabile- come l’ex punto ristoro oggi ristorante Nettuno in area archeologica a Paestum sia di proprietà dell’ente per le antichità, in virtù di un atto di cessione con valore costitutivo da parte del Comune di Capaccio e risalente al 1931, cui è seguito un regio decreto del 1934 a corroborare giuridicamente una situazione di fatto. Ciò che manca, semmai, è la trascrizione degli atti nel registro della Conservatoria ed anche su questo la Corte dei Conti nella sentenza scrive che avrebbe dovuto farlo l’ente per le Antichità, su cui la Prefettura di Salerno ha poteri di vigilanza, ma in questi decenni non lo ha mai fatto: ora, però, è obbligata a trascrivere i documenti. Insomma, il complesso Nettuno non appartenendo al Comune di Capaccio non può far ricadere sull’ex sindaco Voza l’accusa di danno erariale, tanto più che a fronte del canone annuo di diciottomila euro la società che fa capo alla moglie di Voza sborsa qualcosa come 70-80mila euro ogni anno per oneri vari (anche opere necessarie ed indispensabili di manutenzione ordinaria e straordinaria), facendosi carico di un complesso che diversamente sarebbe fatiscente e che insiste- peraltro- in zona archeologica e di cui si stima un valore pari a due milioni di euro. https://www.youtube.com/watch?v=Vqg1dnEc4Wc
Caso Ristorante Nettuno: ecco perché la Corte dà ragione a Voza
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