Per i giudici della Suprema Corte di Cassazione è necessario un supplemento di motivazione, da parte del Tribunale del Riesame, per confermare la misura restrittiva in carcere nei confronti di Antonio Cesarano, ex vicesindaco con deleghe di assessore al Comune di Nocera Inferiore, dal mese di gennaio in galera per un’ipotesi di scambio politico-mafioso nell’ambito di un’indagine, denominata “Un’altra storia”, che ha coinvolto anche il boss Antonio Pignataro, Carlo Bianco e Ciro Eboli, questi ultimi due candidati al consiglio comunale nocerino alle scorse elezioni amministrative. La Cassazione ha annullato la misura cautelare rinviando gli atti al Riesame per una nuova e più attenta valutazione della posizione di Cesarano, che si è sempre difeso dalle accuse mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Tramite i suoi legali, l’ex vicesindaco di Nocera ha negato di essere lui il riferimento del boss Pignataro per la questione del cambio di destinazione d’uso di un terreno su cui la Diocesi avrebbe dovuto costruire un centro d’accoglienza. Un investimento su cui Pignataro aveva messo gli occhi e per la cui realizzazione si sarebbe mosso per accelerare una decisione della giunta del sindaco Torquato e del consiglio comunale nocerino. Operazione non riuscita, ma secondo le accuse Cesarano si sarebbe speso o almeno questo è quanto avrebbero in parte confermato Eboli e Bianco, entrambi aspiranti consiglieri comunali ma non eletti. E sarebbe proprio la delusione per la mancata elezione, secondo Cesarano, il movente delle accuse nei suoi confronti, poiché gli era stato chiesto sostegno alle amministrative. https://www.youtube.com/watch?v=5eOGznf8GsA
Cassazione rinvia al Riesame decisione su misura cautelare per Antonio Cesarano
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