Castellabate, troppo omertà dopo la morte di Angela Della Torre

Redazione

Un muro di omertà. Questo l’aspetto rilevato dalla Procura di Vallo della Lucania che, con i carabinieri della compagnia di Agropoli, ha condotto le indagini sulla morte di Angela Della Torre, 49enne di Castellabate, deceduta il 29 dicembre 2015 dopo una lite in casa con il marito, Liberato Miccoli, arrestato ieri mattina. Ci sono voluti 18 mesi di indagini, svolte anche con intercettazioni ambientali e telefoniche, per chiudere il cerchio ed eseguire la misura cautelare in carcere. Miccoli, 55 anni, pensionato delle ferrovie, fu subito indagato per lesioni gravi. La mattina del 20 maggio 2015, la coppia litigò violentemente, probabilmente per motivi di gelosia. L’uomo, raccontò ai soccorritori, che la moglie era stata vittima di un tragico incidente domestico. Dall’autopsia, invece, emersero numerose fratture e botte al capo. Miccoli, hanno accertato gli inquirenti, avrebbe ripetutamente percosso la moglie, sbattendole la testa contro un muro. Della Torre, fu trasportata all’ospedale di Telese Terme, dove morì nel dicembre dello stesso anno, senza mai riprendere conoscenza. Al momento della brutale aggressione in casa non vi era nessuno. La coppia aveva quattro figli, tre maggiorenni e una bambina, l’unica che ancora viveva con i familiari. I militari, all’epoca dei fatti, ascoltarono anche la mamma della signora, la quale, però, dichiarò di trovarsi fuori casa e di non aver sentito nulla. «Le indagini, spiace dirlo, non sono state aiutate dai familiari della vittima, che non hanno mai fornito un contributo utile alla ricostruzione dei fatti» ha sottolineato, in conferenza stampa, il procuratore di Vallo della Lucania, Paolo Itri. Nel corso delle indagini, è emerso che in paese molti sapessero delle violenze che la donna subiva, anche se a carico del marito non risultava alcuna denuncia. Miccoli deve rispondere dell’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato.

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